Sassari - 'Articolo 9 della Costituzione. Cittadinanza attiva per valorizzare il patrimonio culturale della memoria storica a cento anni dalla Prima guerra mondiale': La memoria della Grande Guerra in una chiesetta sull’isola dell’Asinara
Sassari
23 gennaio 2014 - Progetto e concorso nazionale
La memoria della Grande Guerra in una chiesetta sull’isola dell’Asinara.
Incontro con Eugenia Tognotti, storica della medicina
23 gennaio 2014 - Aula Magna dell'Università di Sassari
La storia della costruzione di una piccola chiesa in stile tirolese sull’isola dell’Asinara in Sardegna sarà il punto di partenza per raccontare una delle pagine più drammatiche della Prima guerra mondiale: la morte per tifo e colera di 4.574 prigionieri dell’esercito austro-ungarico.
A parlarne sarà, giovedì 23 gennaio alle ore 11 nell’aula magna dell’Università di Sassari, la storica della medicina Eugenia Tognotti nel corso del prossimo incontro del Progetto e Concorso Nazionale per le scuole 'Articolo 9 della Costituzione. Cittadinanza attiva per valorizzare il patrimonio culturale della memoria storica a cento anni dalla Prima guerra mondiale', organizzato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche, dal Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo e da Rai Educational, nell’intento di valorizzare il patrimonio culturale della memoria storica, in occasione del centenario della Prima guerra mondiale.
Parteciperà alla lezione Attilio Mastino, Magnifico rettore dell’Università di Sassari.
Spiega Eugenia Tognotti: «Non molti sanno che a quel piccolo edificio sacro – eretto nel 1916 – è legata una delle pagine più cruente e drammatiche della Grande guerra: la morte per tifo e colera di 4.574 dei 23.379 prigionieri dell’esercito austro-ungarico, che dopo una tragica, interminabile marcia tra le montagne della Serbia e dell’Albania, laceri, prostrati dalla fame e dalle malattie, furono imbarcati a Valona, nel dicembre del 1915, per essere trasferiti per un periodo contumaciale di quarantena nella Stazione sanitaria dell’Asinara, istituita dal Governo italiano a metà degli anni ottanta dell’Ottocento.
Fu un tremendo viaggio-calvario di migliaia di uomini, privi di tutto: di alloggiamenti, di viveri, di acqua, di medicinali, di indumenti adatti al gelido inverno dei Balcani. Ben presto, quelle che gli antichi medici chiamavano “malattie castrensi” (dissenteria, tifo, ecc.) perché diffuse tra gli eserciti, cominciarono a decimare il cencioso contingente dei prigionieri, tormentati dalla vista dei corpi martoriati dei morti e dalle grida dei morenti. Ma ancora più grave era la malattia della fame, che – scriverà in seguito un ufficiale, Guido Scano, allora giovanissimo sottotenente in servizio all’Asinara –“aveva abbruttito quegli esseri umani sino a farli diventare cannibali”.
Era ridotto della metà il contingente che nel dicembre arrivò a Valona dopo l’estenuante viaggio nelle nevose distese della Serbia e dell’Albania. Per migliaia di loro l’isola del Diavolo sarebbe diventata una tomba. Ma quella delle prime settimane del 1916 non è solo la storia dell’orrore della morte di massa nella piccola isola spazzata dal vento dove in pochi giorni si dovettero scavare le fosse comuni per più di 4.000 morti di colera, cosparsi di calce viva. È anche la storia di un pugno di uomini, ufficiali e medici civili e militari, che di fronte a quell’umanità tormentata, sofferente, si adoperò oltre ogni immaginazione per far sì che tutti avessero cibo, riparo, cure. Per quelli che riuscirono a salvarsi fu la terra del miracolo, tanto che alcuni prigionieri austriaci vollero erigere la piccola chiesa».
Alla lezione saranno presenti quattro classi dell’Istituto Tecnico Industriale G. M. Angioy di Sassari.
Gli altri studenti che partecipano all’iniziativa potranno seguire l’incontro in diretta streaming nel sito www.articolo9dellacostituzione.it
Questo appuntamento, come gli altri in programma, si inserisce nella prima fase del Progetto e Concorso Nazionale Articolo 9 della Costituzione, che vede coinvolti alcuni dei maggiori storici ed esperti provenienti dal mondo accademico o da autorevoli istituzioni culturali che hanno dato la loro disponibilità a confrontarsi con il mondo della scuola. I temi delle lezioni non intendono offrire una rivisitazione della storia della Prima guerra mondiale, che già si studia nei libri scolastici, ma un percorso di riflessione, lungo un filo conduttore che va dal significato del patrimonio culturale della memoria storica all’articolo 11 della Costituzione e al ripudio della guerra, dalla Guerra fra nazioni all’Europa dei popoli e dei cittadini, e che passerà tra l’altro attraverso la ricerca dei “segni” del cambiamento (in luoghi, persone, mentalità, lingua, arti ecc.).
Dopo le lezioni con storici e con rappresentanti del mondo culturale, per gli studenti si aprirà la seconda fase del progetto, in cui le classi delle scuole secondarie di secondo grado – supportate, oltre che dalle lezioni, dai diversi materiali di approfondimento e di consulenza presenti nel sito del progetto (tra cui moltissimi documenti provenienti da archivi digitali e da Rai Educational), dalle eventuali visite guidate e percorsi didattici nei luoghi della memoria – dovranno produrre un breve video o un breve prodotto per la radio, che sia la sintesi di una ricerca originale svolta sul tema del patrimonio della memoria storica. Il loro elaborato finale sarà destinato agli studenti delle classi di terza media, che saranno i primi fruitori e i primi giudici nel concorso. Tra gli obiettivi del Progetto e Concorso figura infatti anche quello di valorizzare il lavoro, la cooperazione e la responsabilità reciproca dei giovani di diverse età e scolarizzazione.
I prodotti vincitori verranno premiati in una cerimonia pubblica a Roma nella sede del Senato della Repubblica.
Tra i premi anche la possibilità di far circolare gli elaborati prodotti dalle classi anche in alcuni canali televisivi e nel mondo della comunicazione digitale.
L’iniziativa si avvale del sostegno di: Senato della Repubblica, Camera dei Deputati, Ministero per gli Affari Esteri, la «Domenica» de «Il Sole 24 Ore», Rai Radio3 e l’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano.